MAZZOTTI M., CAROSIELLI G. Oltre la punta dell’iceberg: l’abuso sull’anziano e la sua denuncia

MAZZOTTI M.(*), CAROSIELLI G.(**)

OLTRE LA PUNTA DELL’ICEBERG: L’ABUSO SULL’ANZIANO E LA SUA DENUNCIA

* Dipartimento di Scienze Mediche e Chirurgiche, DIMEC, Istituto di Medicina Legale, Università di Bologna

**Scuola di Specializzazione in Medicina Legale, DIMEC, Università degli Studi di Bologna. Medici in formazione specialistica

INTRODUZIONE. La violenza nei confronti delle persone anziane è un fenomeno ampiamente descritto e comporta un rilevante costo umano e finanziario[i]. Peraltro è difficile ricavare informazioni accurate sull’effettiva misura del problema che risulta sottostimato, tanto che quello che emerge è solo la “punta dell’iceberg” (NEIAS) [ii].

I dati epidemiologici rivelano che l’abuso nei confronti degli anziani rappresenta un problema crescente, legato al progressivo invecchiamento della popolazione, con una percentuale di ultrasessantacinquenni  che nel 2050 raggiungerà il 30%[iii]. Da fonti internazionali emerge che la frequenza del fenomeno è compresa fra il 2 ed il 10%[iv], che nel 4-6% dei casi l’abuso avviene in ambito domestico e che nei 2/3 dei casi l’autore si identifica in un familiare e in un caregiver[v].

Dall’analisi della letteratura internazionale risulta che i familiari tendono a denunciare maggiormente il neglect e l’abuso finanziario, mentre il personale sanitario, dei servizi sociali e delle Forze dell’Ordine è più frequentemente portato a denunciare l’abuso fisico. Un importante indicatore di tutte le forme di abuso, legato anche alla concreta probabilità che lo stesso venga denunciato, è correlato alla qualità del rapporto tra l’aggressore e la vittima[vi]. Inoltre, la presenza di legami familiari e di uno stato di dipendenza dell’anziano sono fattori decisivi nel comportamento della vittima, che, per il timore di non essere in grado di vivere autonomamente e di esporre l’autore a conseguenze penali, non denuncia la violenza subita all’Autorità Giudiziaria[vii].

In Italia la prevalenza del potenziale abuso sull’anziano è stimata pari al 9%, dato ricavato dal rilievo di  segni comportamentali in una popolazione di anziani inseriti in un programma di assistenza domiciliare[viii].

Il fenomeno costituisce una tematica di interesse sociale con importanti risvolti di politica sanitaria, considerando peraltro la carenza di una coerente ed elaborata strategia nazionale[ix] e di una specifica legislazione in materia. Infatti, nel nostro ordinamento giuridico non esistono norme espressamente riferite agli anziani, per cui la tutela dei loro diritti è limitata all’esistenza di circostanze, non necessariamente legate all’età, che possono condividere con altri soggetti che versino in una condizione di bisogno per povertà, malattie croniche, disabilità e deterioramento cognitivo[x][xi]. Il presente studio ha l’obiettivo di valutare il fenomeno dell’ abuso sull’anziano partendo dalla raccolta delle denunce all’Autorità Giudiziaria riguardanti vittime ultrasessantacinquenni e relative a due fattispecie di reato (art. 572[1]; art. 643[2]) in cui è possibile iscrivere anche il fenomeno dell’abuso sull’anziano.

[1]Art. 572. Maltrattamenti in famiglia o verso fanciulli. “Chiunque, fuori dei casi indicati nell’articolo precedente, maltratta una persona della famiglia, o un minore degli anni quattordici, o una persona sottoposta alla sua autorità, o a lui affidata per ragione di educazione, istruzione, cura, vigilanza o custodia, o per l’esercizio di una professione o di un’arte, è punito con la reclusione da uno a cinque anni.
Se dal fatto deriva una lesione personale grave, si applica la reclusione da quattro a otto anni; se ne deriva una lesione gravissima, la reclusione da sette a quindici anni; se ne deriva la morte, la reclusione da dodici a venti anni.”

[2] Art. 643. Circonvenzione di persone incapaci. “Chiunque, per procurare a sè o ad altri un profitto, abusando dei bisogni, delle passioni o della inesperienza di una persona minore, ovvero abusando dello stato d’infermità o deficienza psichica di una persona, anche se non interdetta o inabilitata, la induce a compiere un atto, che importi qualsiasi effetto giuridico per lei o per altri dannoso, è punito con la reclusione da due a sei anni e con la multa da lire quattrocentomila a quattro milioni.”

[i] Abuse of older person: recognizing and responding to abuse of older persons in a global context. Document of the United Nations Economic and Social Council 2002.

[ii] National Center on Elder Abuse. National Elder Abuse Incidence Study: http://www.aoa.gov

[iii] European report on preventing elder maltreatment. World Health Organization 2011

[iv] M.S.Lachs, K.Pillemer. Elder abuse. Lancet 2004; 364: 1263–72.

[v] WHO2011

[vi] M.J.Fitzpatrick and S.B.Hamill. Elder Abuse: Factors Related to Perceptions of Severity and Likelihood of Reporting. Journal of Elder Abuse & Neglect, 23:1–16, 2011.

[vii] S.L.Jackson, T.L.Hafemeister. How Do Abused Elderly Persons and Their Adult Protective Services Caseworkers View Law Enforcement Involvement and Criminal Prosecution, and What Impact Do These Views Have on Case Processing?. Journal of Elder Abuse & Neglect, 25:254–280, 2013

[viii] L.Ogioni, R.Liperoti, F.Landi, M.Soldato, M.Bernabei, G.Onder. Cross-sectional association between behavioral symptoms and potential elder abuse among subjects in home care in Italy: results from the Silvernet study. Am J Geriatric Psychiatry 2007;15:70-8.

[ix]. M.G.Melchiorre, C.Chiatti, G.Lamura. Tackling the Phenomenon of Elder Abuse in Italy: A Review of Existing Legislation and Policies as a Learning Resource. Educational Gerontology, 38: 699–712, 2012.

[x] A. Pineo A., L.J.Domiguez et al., Abuse of elderly people, G Gerontol 2005;53:112-119

[xi] A. Molinelli et al. Aspetti medico legali e geriatrici del “maltrattamento dell’anziano”. G.Gerontol. 2007; 55:170-180.